Per assicurare agli abitanti livelli adeguati di qualità urbana e territoriale ogni Comune decide se, dove, quanto, quando e come si può costruire e dove, invece, non si può perchè l’area è destinata ad ospitare infrastrutture o funzioni di interesse generale. È il tema della pianificazione urbanistica generale.
Gli atti che stabiliscono le regole d’uso del territorio sono approvati dal Comune al termine di un procedimento amministrativo al quale ogni proprietario è virtualmente interessato e può partecipare; ed è, anzi, bene che vi partecipi. La pianificazione urbanistica è infatti poi vincolante: gli interventi edilizi che non la rispettano sono vietati.
Talora la disciplina urbanistica generale, che viene periodicamente aggiornata dal Comune, è talmente restrittiva da dover essere immediatamente contestata; altre volte il proprietario la può contestare successivamente, se e quando il Comune assume il primo atto sfavorevole che su essa si basa (in tal caso va impugnato anche quest’ultimo).
La pianificazione generale può rinviare la disciplina di certi ambiti territoriali ad atti pianificatori di dettaglio; questi vengono dunque elaborati ed approvati in un secondo momento, per lo più su iniziativa del proprietario o dei proprietari interessati. In certi casi questa pianificazione urbanistica (denominata “attuativa”) può derogare alla pianificazione generale. Quasi sempre essa pone alla parte privata come a quella pubblica diritti ed obblighi che formano oggetto di appositi contratti (convenzioni).
Altre forme di pianificazione territoriale hanno ad oggetto ambiti territoriali più ampi di quello del Comune e sono di competenza degli Enti che tali ambiti governano (città metropolitane, provincie, regioni). Queste pianificazioni presentano le medesime problematiche citate.
Le scelte urbanistiche di dettaglio appartengono al Comune; la disciplina delle procedure è invece ripartita tra Stato e Regione, per il che occorre considerare anche queste normative, sulle quali si basano quelle locali.
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Assisto e consiglio il proprietario nel procedimento di pianificazione generale ed attuativa, redigendo osservazioni e convenzioni ed interloquendo, laddove necessario, con amministratori e tecnici comunali.
Contesto in sede giudiziale gli atti pianificatori illegittimi, laddove immediatamente lesivi dell’interesse del proprietario, nonchè gli altri atti amministrativi il cui contenuto sia a questi ingiustamente sfavorevole.